LA NASCITA DEL MELODRAMMA All'inizio del Seicento si afferma un nuovo genere musicale: il Melodramma (parola che deriva dal greco Melos=canto e Drama=rappresentazione scenica). Si tratta di uno spettacolo teatrale in cui l'azione è espressa attraverso la musica e il canto. Naturalmente, esistevano anche prima diversi spettacoli in cui alcune parti erano accompagnate dalla musica: dalla tragedia, che negli intervalli inseriva intermedi (intermezzi) musicali, fino alla favole pastorale e alla divertentissima commedia dell'arte (dove a cantare erano gli attori). Ma un intero spettacolo tutto musicato era una novità assoluta. Il melodramma venne ideato da un gruppo di artisti, poeti e musicisti (di cui faceva parte anche Vincenzo Galilei, il padre di Galileo), che studiavano l’antichità classica e volevano ricreare uno spettacolo simile alla Tragedia greca. Si incontravano, a Firenze, presso l’abitazione del conte Bardi. Per questo il gruppo fu chiamato Camerata fiorentina o Camerata de’ Bardi.
Una delle caratteristiche del melodramma è la monodia, il canto a una sola voce, che rappresenta una novità, dopo i secoli dominati dalla polifonia, il canto a più voci: il cantante ha la parte più importante, e gli strumenti hanno una funzione di semplice accompagnamento. Non dobbiamo pensare a un canto spiegato, come quello a cui siamo abituati oggi, ma piuttosto a una specie di recitazione, intonata ma molto poco melodica, che veniva detta appunto recitar cantando, o stile recitativo. I soggetti delle vicende narrate erano tratti dalla mitologia e successivamente anche dalla storia antica. Questo nuovo genere fu coltivato dapprima nelle corti, che incaricavano il poeta e il musicista di creare un elemento spettacolare da inserire in una festa importante. Il melodramma era quindi uno spettacolo non frequente, costoso, cortigiano in quanto si rivolgeva ai gentiluomini e alle gentildonne della corte (che partecipavano come a una cena o a un ballo). Il testo in forma poetica dello spettacolo si chiama libretto e il suo autore è il librettista.
Nel 1637, a Venezia, venne aperto il primo teatro pubblico, il teatro di S. Cassiano. Da allora, il dramma per musica, che venne chiamato anche Opera lirica, uscì per la prima volta dal chiuso delle corti e diventò uno spettacolo indipendente, replicato, cioè ripetuto, finché c’era gente disposta a pagare per andarlo a vedere. I teatri aumentarono di numero, prima a Venezia, poi in Italia, e in poco tempo il melodramma si diffuse in tutta l’Europa.
Spesso tra un atto e l’altro occorreva cambiare scenografie molto elaborate e l’azione richiedeva molto tempo. Diventò così abitudine rappresentare piccoli spettacoli teatrali musicali durante gli intervalli. Erano narrate vicende con pochi personaggi, spesso di carattere comico che riscossero molto successo tra il pubblico; venivano chiamati Intermezzi. Dagli Intermezzi si sviluppa un Melodramma di carattere più leggero chiamato Opera Comica o Opera Buffa, mentre le rappresentazioni con argomento storico o mitologico vennero chiamate Opera Seria.
STRUTTURA DELL'OPERA LIRICA
OUVERTURE o SINFONIA D’APERTURA: brano strumentale d’introduzione al Melodramma, suonato a sipario chiuso
RECITATIVI: recitar cantando dei singoli interpreti, usato soprattutto nei dialoghi; si dice SECCO quando la voce è accompagnata solo dal clavicembalo; si dice ACCOMPAGNATO quando la voce ha in sottofondo l’orchestra
ARIE: vere e proprie canzoni, durante le quali l’azione si ferma per un attimo per lasciare spazio ai sentimenti dei personaggi della vicenda
DUETTI, TERZETTI, ..... CONCERTATI: arie cantate da più interpreti contemporaneamente
INTERMEZZI STRUMENTALI: brani solo suonati all’interno del Melodramma che a volte possono essere danzati (balletti)